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Solennità di Santa Scolastica

10 Febbraio 2025

Riflessione di Madre Noemi

Nel silenzio fecondo della vita monastica, la memoria di Santa Scolastica si fa presenza viva e luminosa, un’eco che attraversa i secoli e giunge fino a noi con la stessa forza con cui, nel dialogo con il fratello Benedetto, ella rivelò la profondità del suo amore per Dio, un amore che, nell’intensità della preghiera e nell’abbandono fiducioso alla divina volontà, fu capace di piegare anche le leggi della natura. La sua vita, avvolta nel mistero di una santità silenziosa e operosa, diviene per la comunità monastica femminile non solo un riferimento di docilità allo Spirito, ma anche un invito costante a vivere la consacrazione con quella stessa radicalità e ardore che spinse la giovane Scolastica a scegliere l’unico necessario, a distaccarsi dal mondo senza tuttavia rinnegare il legame profondo con le sue radici affettive e spirituali.

Se la regola benedettina, nella sua sapiente disciplina, orienta il cammino della monaca attraverso la stabilità, l’obbedienza e la conversione dei costumi, la testimonianza di Santa Scolastica ci ricorda che la dimensione più alta della vita monastica non è tanto l’osservanza esteriore quanto la tensione amorosa verso Dio, quella capacità di dialogare con Lui non solo attraverso il rigore dell’ascesi, ma soprattutto nella dolcezza di un cuore che sa comprendere, accogliere e amare senza riserve. Così come nella notte dell’incontro con il fratello la sua preghiera ottenne il dono della pioggia, segno di una comunione profonda e di una fiducia che supera ogni rigidità di regola e di programma, anche la nostra vita, se vissuta nella semplicità di un abbandono fiducioso, può diventare terreno fertile in cui Dio opera meraviglie, trasformando il quotidiano in una continua rivelazione del Suo amore.

Per la comunità benedettina femminile, Santa Scolastica rimane dunque icona di quella femminilità consacrata che, senza rumore e senza clamore, sa essere presenza feconda di pace, custode della sapienza evangelica e testimone di una carità che tutto comprende e tutto dona. Il suo esempio ci invita a riscoprire la bellezza della vita nascosta, della fedeltà discreta, della preghiera che sale incessante come incenso gradito, ricordandoci che, in un tempo segnato dall’instabilità e dalla dispersione, il monastero rimane un luogo in cui il cuore umano può ancora trovare la sorgente dell’acqua viva e la certezza che nulla è impossibile a Dio per chi si affida a Lui con amore senza riserve.